Vivere con il sacchetto: La routine
Festeggiamenti del 2o°.
Vecchi Hobby tornano in auge
![]() Lo sfondo di queste pagine web (gli anelli stagionali di un tronco del Sassalto) allude al passare del tempo, tema obbligato di qualsiasi compleanno... o commemorazione. Graficamente OGay, OK per schermi Touch Screen: PER CHI VOLESSE UNA VERSIONE Più SOBRIA E DALLA LETTURA FACILITATA.... <<PREGO!>> |
A proposito di fotografia: Per il 20°del Centro diurno, da volontario (bibliotecario) senior (secondo gli statuti dell'Associazione che gestisce il Servizio Comunale l'età anagrafica massima per i soci attivi è stata, a partire dal 2011, limitata all'età canonica delle magiche sette decadi... non per creare discriminazioni, ma per ovviare elegantemente a penose situazioni, nell'interesse degli interessati: quando troppo è... troppo e pure difficile da ammettere!), mi è stato confidato, nell'impegnativa organizzazione della giornata, un compito solo apparentemente meno gravoso, ovvero la documentazione fotografica dell'evento. Privilegiata anche l'entrata in servizio, solamente alle 9: 00 ovvero un'ora più tardi dei colleghi, in coincidenza con la foto di gruppo dove non potevo assolutamente mancare. |
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La fotografia, l'avevo appresa al Poly. Dal laboratorio B/N al Colore (una novità per la fine anni '50), all'impostazione grafica dell'immagine. Incontri con reporter fotografici che ci hanno affascinato raccontandoci le loro avventurose esperienze. Io avevo una Rolley 5x5, sviluppavo e stampavo a scuola. Poi, più tardi, imperò la Polaroid, sulla scia di David Hockney. Il video l'avevo provato già negli anni del liceo: il Superotto muto su pellicola reversibile, una volta sviluppato , lo si poteva montare con forbici e colla senza troppi problemi. Un Revox, mitico registratore Stereo a due piste l'avevo ricevuto in regalo poco dopo che era arrivato in casa un baule con tanto di giradischi 45 e 33 giri mono e pickup con zaffiro commutabile da LP a 78 giri, che iniziarono la mia carriera di collezionista di dischi... Poi, ma molto più tardi, arrivarono le soluzioni elettroniche analogiche SVHS e finalmente il digitale che, per chi piaceva smanettare al PC come il sottoscritto, è stata una manna ridando lustro ad un hobby. Tipica, come per tutti gli hobby, la ciclicità dell'interesse che trova dapprima un bel crescendo, poi si stabilizza attorno ai .sette anni per poi nuovamente scemare... come in molte relazioni! Impara l'arte... e mettila da parte. Poi succede che l'esperienza di tanto tempo fa possa rendere servizio e si ricuperano i vecchi arnesi: non più al top della tecnica, ma comunque funzionanti e funzionali. Le inevitabili difficoltà nel rilancio di vecchie attività le vedo prevalentemente come una piacevole sfida, per tenersi in forma. Per il Coro "Cantem Insema", il progetto del CD mi ha dimostrato che le mie percezioni audio NON erano più quelle di una volta e ho dovuto affidarmi alle incredibili risorse dei software moderni per la messa a punto dei brani. E poi, aggiungo, quando si afferma che sia poco serio "andare a orecchio", a lume di naso, non è diffidando sistematicamente delle proprie intuizioni che si diventa innovativi, anzi... |
Un colore, un programma
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L'occasione di inaugurare
ufficialmente la nuova maglietta dal mio colore preferito
sin dal tempo degli studi al politecnico di Zurigo.
La tesi di dottorato l'ho infatti scelta perché mi avrebbe messo nella
situazione di colorare d'arancione migliaia di pezzuole di lana
supergarantita extravergine, provenienti dall'Australia per meglio
capire come i coloranti si 'fissano' sulla lana (non solo forze
elettrostatiche di Coulomb e di vicinanza Van der Waal, ma anche per
effetto del legame idrofobico dovuto alla struttura ordinata dell'acqua
che ho dimostrato per un caso fortuito caso, grazie alla mia inveterata
abitudine di mettere in discussione regole e ipotesi apparentemente
affermate dalla consuetudine). Scelta se non plebiscitaria (c'era il problema di integrare i colori del ricamo sulla manica sinistra), sicuramente coraggiosa, dei Volontari in occasione del 20°, l'arancione della maglietta rappresenta forza, onore e generosità ed Poiché è il colore che più risalta con l'azzurro del cielo, una particolare tonalità detta "Arancione fiamma" è spesso utilizzata per la segnaletica. Per molto tempo non si fece differenza tra l'arancione e le varie tonalità di rosso (cfr. ad esempio i pesci rossi che in realtà sono indubbiamente arancioni. Altrettanto si potrebbe ipotizzare per i quartieri a luci "rosse"). I portatori della maglietta non potranno passare inosservati! Le fotografie scattate durante la manifestazione lo dimostreranno. L'arancione essendo formato dal miscuglio dei colori Rosso e Giallo, il suo complementare è il blu. I due colori, uno accanto all'altro si valorizzano vicendevolmente, esattamente come altre caratteristiche complementari e antagoniste regolano i rapporti e le attrazioni in una coppia in un'ottica eugenetica di compensazione ma che possono anche essere, a lungo termine, l'origine di incomprensioni. Se cercano di sommarsi, si annullano vicendevolmente. Il blu, colore prediletto dagli Egizi che lo consideravano colore degli Dei, non era preferito dai Romani e dai Greci perché era associato al colore degli occhi dei Barbari e quindi ignobile. Al sangue blu simbolo di nobiltà si accompagnò l'alternativa rossa simbolo del proletariato. Ai quartieri a luce rossa (arancione) di partenenza femminile si accompagnarono in alternativa la prostituzione maschile dei quartieri a luce blu. Ricordo, last but not least, il blu come colore nelle bandiere dell'ONU, dell'Europa e del... PPD. |
Preparativi per il grande evento, con... alcune spiacevoli sorprese
Per uno abituato da
pensionato a svegliarsi spontaneamente senza sveglia (che odia sinceramente da
usarla che in situazioni estreme) le 8 del mattino, invece delle usuali 11,
sarebbero state una levataccia indipendentemente dal piacere di rendermi utile
per la manifestazione. Bisognava dunque organizzarsi a dovere, Per compensare
risvegli precoci, avevo imparato ad avere una megacolazione con quattro
uova al tegamino su un fondo di verdure, formaggio, toast con miele, succo di
frutta e caffé e le varie dosi di integratori alimentari (dose doppia di
Ginseng, per l'occasione) quale carburante da organizzare la sera prima, visto
che non sarei stato sicuro di non dimenticare qualche cosa prima di ingranare...
Le esperienze passate mi permettevano di affrontare questa nottata corta
con un certo ottimismo anche perché era mia intenzione di andare a coricarmi
relativamente presto e mi sarei comunque addormentato, per atto riflesso,
quasi immediatamente.
Osservazione: La seguente cronaca
tenta di commentare le mie impressioni soggettive
vissute durante la giornata del 20°. Come al solito, la mia mente vaga di palo in frasca, libera di
associare
per strani imperscrutabili meccanismi di connessioni neuronali, a volte poco
serie o irrispettose ma autentiche e comunque senza intenzioni offensive,
immagini a commenti (e/o viceversa). Niente di serioso... o forse un qualche pensierino o
considerazione non del tutto irrilevante mi è sfuggita... Un gradito fuori programma musicale. Poesie dialettali e Poesie allievi Scuole
elementari Secondo il programma, i festeggiamenti sarebbero
iniziati con Poco il pubblico già seduto ai tavoli, probabilmente
molti erano quelli che non volevano perdersi l'esibizione dei loro
pargoli. La precedente esibizione della Filarmonica aveva comunque
aiutato a rimpolpare la compagine degli ascoltatori. Molti i passanti
sulla strada che venivano messi casualmente a conoscenza dell'invito a
partecipare ai festeggiamenti (comunque distribuito in tutte le
bucalettere, o come si dice "in tutti i fuochi" del Comune). Non pochi
si sono lasciati convincere, forse anche richiamati dai tavoli
apparecchiati... Tra le iniziative del Centro, gli incontri
intergenerazionali con bambini delle scuole elementari.
L'ultima classe delle elementari del maestro Claude Annen ha passato un po' di tempo ad osservare,
in piccoli gruppi,
le svariate attività del Centro (dai pasti della Pro Senectute
all'imperdibile tombola dei giovedì feriali di tutto l'anno, dalle prove
del coro ai corsi per la memoria, ai quotidiani incontri tra giocatori
di carte, in compagnia di un buon bicchiere, nella migliore tradizione
dei circoli d'origine di molti avventori immigrati negli anni del boom
economico) sintetizzandone, con liberi versi in
occasione del 20°, le loro tenere impressioni. I bambini della V. elementare del Mo. Claude
Amman erano raggruppati a riccio, quasi a volersi fare reciprocamente
coraggio. La grande maggioranza di loro non aveva di che temere. C'erano
comunque dei compagni che erano certamente in ansia o spaventati (la
Lampenfieber che imbarazzava anche grandissimi e scafati artisti di
livello internazionale al momento di andare in scena ) per il loro incombente intervento di
lettura dei testi messi a punto in classe. Ci fu anche un attimo di
grande tenerezza nei confronti dello sconsolato bambino che non resse
quella tensione, sentimento che anch'io conobbi e mi rivenne in mente in
questa occasione. Avevo la sua età, quando mi venne data
l'opportunità di esibirmi come solista (dalla voce bianca...) in una
trasmissione per ragazzi agli studi della Foce RSI diretta da
Felicina
Colombo (quella, tra altro, di Radioscuola), presentando la
Schubertiana "Rosellina
del mio cuor Röslein auf der Heide" in occasione della festa della
mamma... in uno special con la partecipazione del
Quartetto Cetra, allora ancora alle prime armi. Finii
sul Corriere del Ticino, dove un lettore si chiederà se non si fosse
abusato del piccolo cantore insistendo quasi crudelmente, e per ben
quattro volte successive, di estorcere dalla sua piccola ugola bloccata
un qualsiasi suono. La scaletta della trasmissione in diretta aveva le sue
esigenze: passato il tempo previsto, si lasciò perdere! Anch'io ebbi poi
un pianto liberatorio... Il maestro Rodari (insegnante di canto al
Ginnasio luganese), direttore del coro di voce
bianche cui appartenevo, non aveva proprio immaginato che avrei reagito
in quel modo e se ne scusò personalmente con mia madre. Anni dopo
(sette?, stavo cambiando la voce), ebbi la rivincita presentando nella
stessa trasmissione per bambini e ragazzi una impeccabile
Cathédrale engloutie di Claude
Debussy al piano... Tra le letture degli adulti, i ricordi del mio
quasi coetaneo mi colpirono particolarmente per il dettaglio sulla
scuola recluta. Ripensandoci, quel cognome mi ricordava sicuramente
un caporale o sottoufficiale dal cognome omonimo (autisti?). Era lui?
Le sue fattezze non mi dicono assolutamente nulla... ma erano passati
oltre 50 anni! Sul momento, non era il caso di indagare. Mi sono
ripromesso di approfondire... La V. classe elementare del Mo. Claude
Annen Memoria
L’anziano col passato
dimenticato
Pasti al Centro Memoria L'anziana La tombola Gli anziani saggi Le carte Ode ai giocatori Il coro Gli anziani contenti Ode alle vocine primaverili Ode agli anziani che cantano
Nasüd du 37
Nato nel 37
Ul Centro Diurno Il maestro Annen ha presentato gli interventi
degli allievi della sua classe e quelli degli adulti in una pubblicazione a cura
del Comune di Caslano, riccamente illustrata.
I festeggiamenti continuano...
Organizzata la colazione, dovevo ancora occuparmi di affrontare al meglio la mia
colostomia. Quali pantaloni sarebbero stati meglio compatibili con il sacchetto
e la pancera? Le previsioni meteo prevedevano temperature piuttosto fresche che
imponevano qualche cosa di caldo sotto la maglietta a maniche corte. C'era
l'imbarazzo della scelta: decisi pertanto di coltivare un po' la mia vanità,
provando cosa mi sarebbe stato meglio con la maglietta. Avevo un Versace dal blu
intenso perfettamente complementari nei colori ed abbastanza ampio che avrebbe
al meglio dissimulato il sacchetto. Si vedeva che non era recente (quasi da
museo della moda, con i suoi almeno vent'anni che mi ricordavano i tempi dove
potevo ancora permettermi queste follie...) ma mi piacevano. Un colpo di ferro
da stiro li rimise in forma. Riprovai il tutto, anche la felpa sotto la
maglietta e mi parve che anche il sacchetto fosse a posto. Incominciava a farsi
tardi. Solito il rituale della tazza di tisana alla frutta con i 5 mg di
melatonina 15 minuti prima di dormire... Se non ché.....
Improvvisamente percepii che nell'addome qualche cosa si stava muovendo. Pochi
istanti dopo, lo stoma iniziò a pulsare in continuazione (cosa mai capitata
prima di allora) ed il sacchetto si riempì rapidissimamente di materiale
estremamente liquido, come se avessi preso una purga. Poi il disastro. Mi trovai
bagnato fino alla caviglia della gamba sinistra. Una rapida ispezione di quanto
stesse capitando ha ancora peggiorato la situazione riversando all'esterno anche
quanto restava ancora nel sacchetto. Pantaloni subito a mollo per evitare il
peggio. Anche la felpa e tutto il resto. Indenne la maglietta del Centro,
salvata in extremis. Doccia completa. Tentativo di mascherare l'odore residuo
(reale o immaginario) con la pozione magica di una eau de toilette che mi pareva
particolarmente azzeccata...
Nuovo sacchetto. Dopo 30 minuti (di sonno perso) ero pronto per trovare una
soluzione vestimentaria alternativa. Perso un'ora di sonno. Ma che diavolo era
successo? Avevo preso freddo? Me la son fatta addosso per l'agitazione? Ipotesi
da scartare...anche perché non avrei mai immaginato di trovarmi in questo
stato..
Ma che diavolo avevo mangiato di così lassativo? La sera prima avevo
effettivamente fatto, scusate il termine metaforico, una "grossa cagata"
mangiando il peggio del peggio per uno nella mia situazione. Senno di poi,
evidentemente.
Ho da sempre gustato le mele cotte nel vino con assieme l'uvetta sultanina e la
buccia rapata di un limone messo alla fine affinché ne conservasse il profumo.
La ricetta di mia madre veniva abbinata, oltre che con le cipolle arrostite nel
burro, con i Knöpfli (gnocchetti) o i Rösti, gli Aelpler Makronen al forno
o con i sanguinacci rossi o bianchi che nella Lugano del primo dopoguerra
c'erano esclusivamente il martedì in una macelleria gestita da uno svizzero
tedesco per la gioia della comunità d'Oltralpe, cui mia madre apparteneva. Mio
padre, da architetto, all'ora di pranzo era sempre in visita a qualche cantiere
e permetteva così a mia madre di fare opera di integrazione culinaria con cibi
assolutamente horror per qualsiasi ticinese DOC...
La sera prima, avendo delle mele mature al punto di dover essere consumate, me
ne sono fatte uno scarso chilo che ho goduto da cena, senz'altro che con un buon
bicchiere di vino. Mai avrei potuto immaginare...
Mi coricai con la preoccupazione a sapere se ci sarebbe stata una ulteriore
esondazione... Mi addormentai subito profondamente per improvvisamente
alle 5 con il pensiero di verificare la situazione. Tutto tranquillo... Un
rapido sguardo al cielo: era terso senza una nuvola. Locarno-Monti potrebbe
comunque aver ragione, considerata la velocità con cui avvengono i fenomeni
temporaleschi... Torno a dormire rassicurato e tranquillo. Alle 8 la sveglia non
riuscì a scuotermi dal mio sonno profondo. Solo alle nove, le
insistenti campane
della vicina parrocchiale agirono da allarme. Il sacchetto era
tranquillo... forse starà calmo per tutta la giornata...
Dovevo già essere al Centro... Rinuncio alla ricca colazione e mi accontento di
un caffé e degli integratori alimentari (Ginseng e Ginko biloba estremamente importanti
per dominare mentalmente questo frangente). Vestirsi in fretta e furia. Non
dimenticare di inaugurare anche il badge. Per non
avere problemi con la foto di gruppo, prendo la mia macchina Sony e via di
corsa verso il Centro, pensando alla risposta che avrei dovuto dare a Pietro che
non avrebbe perso l'occasione per una bonariamente caustica osservazione... "Da VIP, i 15 minuti di tolleranza erano quasi un dovere..."
Il cielo
era terso senza una nuvola. Il sole incominciava a scaldare. Arrivo
al centro alle 9:15.
I volontari sono riuniti ancora all'interno ed ascoltano le ultime
istruzioni e raccomandazioni.
Finalmente arrivato. La nomea di ritardatario - Auch schlechter Ruf
verpflichtet - Una cattiva nomea é altrettanto impegnativa
- non me la leva più nessuno: ero stato abituato troppo
bene sul lavoro. Lì c'era una segretaria che mi faceva rigare
dritto...
Usciamo all'aperto, nel prato adibito a parco giochi, per la tradizionale foto di gruppo. Per esserci
tutti sulla foto, non potevo scattarla io, ma non poteva nemmeno
essere un volontario a fare lo scatto. Perché non ci avevo pensato?
Manca la colazione e il mio cervello stenta a mettersi in moto...
Dunque tocca ancora una volta alla polivalente signora Luisella.
Ognuno si reca poi alle mansioni assegnate. La cucina viene
organizzata. I tavoli con le panchine pronti, con indicato il nome
del volontario che se ne occuperà. Gli ombrelloni vengono aperti per
fare ombra. Proprio pensato a tutto.
Arrivano i primi ospiti, i primi CD e le prime magliette trovano
prontamente aquirenti.
Se tutto proseguirà come iniziato, c'è da star tranquilli...
I primi, con i loro
strumenti in funeree custodie arrivarono senza nemmeno
farsi troppo notare, malgrado le belle divise. Si erano dati
appuntamento sulla strada accanto al Centro, prima dello sbarramento
con il divieto di circolazione adeguatamente segnalato con la
locandina-invito del Comune ed i tavoli
già apparecchiati ma per lo più ancora vuoti, pronti ad accogliere
gli ospiti.
Poi apparve il
gonfalone dagli sgargianti colori araldici: era della
Filarmonica Alto Malcantone
di stanza a Breno. Progressivamente, la strada si riempì sempre più
di scintillanti strumenti e di suonatori di tutte le età.
Molti i
sassofoni, tradizionalmente votati al Jazz. Nel repertorio classico
dell'800 strumento praticamente ignoto, anche se avevo il
dubbio che esistesse da parecchio tempo prima dell'inizio '900
quando l'impressionismo musicale ne scoprì le sonorità (cfr.
Rapsodie
pour orchestre et saxophone di Claude Debussy) . Chiesi ad alcuni anziani sassofonisti se mi
sapevano dire quando il loro strumento era stato inventato in
Belgio... Mi guardarono stupefatti, quasi fossi stato un
marziano! La chiamata a trasferirsi nella zona prevista per la loro esibizione di
fronte all'entrata agli appartamenti, li tolse
dall'imbarazzo di rispondermi.
Una interessante presentazione della compagine musicale precedette uno scampolo
del loro repertorio, diretti da un simpatico giovanotto... Un
omaggio, imprevisto ma gradito, che ha creato l'atmosfera per la
nostra kermesse.
Poi ritornarono sulla strada e a passo di marcia gonfalone in testa
si diressero al Museo della
Pesca dov'erano attesi per una esibizione ufficiale,
nell'ambito della giornata dei Musei.
Presentati dalla signora on. Bottani, I
bambini della V. classe elementare del Mo. Claude Annen riferiscono
le
loro impressioni del Centro
Il pasto di un
anziano chiacchierone.
I Fiori
Per fare il ritratto di un anziano
Prima dipingere il cetro diurno
che abbia la porta aperta.
poi dipingere
qualcosa di grazioso,
qualcosa che sia semplice
qualcosa di bello
qualcosa di utile
per la longeva persona.
Mettere quindi la grande, enorme tela
vicino a un servizio da té
in un giardino,
o in una sala piena di libri.
Attenderli,
senza dire nulla
e senza distrarsi,
l'anziano può arrivare.
Non scoraggiarsi.
Aspettare.
aspettare se occorre anche per tempo
prima che arrivi.
La lentezza fa parte di loro
ma non ha niente a che vedere
Con la riuscita del dipinto.
Attendi che entri nel quadro,
E quando,in modo gaio,
chiude dietro di sé la porta,
con un pennello
cancella la sua solitudine.
Fare a questo punto il ritratto del giardino,
poi aspettare
che l'anziano abbia voglia di parlare.
Ma se non parla è un brutto segno,
È segno che il quadro è venuto male.
Ma se canta è un bel segno,
è segno cheil quadro va firmato.
E quindi voi strapperete un sorriso
all'anziano
e scriverete il vostro nome
in un angolo
del quadro.
Caslano, 18 MAGGIO 2014
Ormai s’è fatto giorno.
Un brulichio dintorno
Al nostro Centro diurno,
ove stanno il ciarliero e il taciturno,
permette agli avventori lusinghieri
d’empir le tazze, mescer nei bicchieri.
Dietro il bancone stan le volontarie
che servon liete senza darsi arie
e caccian quattro balle con gli astanti
che si fan propri i lazzi un po’ piccanti.
Sempre di corsa e molto indaffarata
compare la gestrice sull’entrata.
Questo è uno dei giorni più comuni:
si leggono i giornali, sempre immuni,
s’aspetta il pranzo con un frizzantino,
o forse no: un caffè, un brodino.
Le ricorrenze, le Pasque, i Natali
son per il Centro dei giorni speciali:
a mo’ d’esempio prendiamo la Festa
ch’ivi si tenne a metà di dicembre:
fur più di cento e ne avanza e ne resta
dei nostri anziani l’impavide gesta.
Quivi si mangia, si canta e si balla
con l’orchestrina che lieta sciorina
i bei motivi, col coro che canta
le melodie degli anni Cinquanta.
I grandi aiuti che il Centro può dare
a chi abbisogna di farsi curare
son cosa umile eppur tanto cara.
Un pasto caldo e completo rischiara
la nostra gioia, il nostro star bene.
Dobbiamo a lui, al capo cucina
un grande grazie per ciò che propina.
Qui io mi trovo in riconoscenza
per la pressione che basta e ne avanza.
A questa mensa il lunedì siedo
gustando piatti ghiotti in fratellanza.
Un commosso pensiero a chi è partito,
a chi ha lasciato al desco il posto suo.
Restiamo in amicizia, in concordanza,
per noi sia il Centro luogo di vacanza.
Fernando Maina